I volontari dell’Associazione Nazionale Carabinieri presenti nelle zone colpite dal sisma

C’erano anche i rappresentanti dell’Associazione Nazionale Carabinieri nei territori del centro-Italia duramente colpiti dal terribile sisma del 24 agosto. Un evento distruttivo che ha colpito la sensibilità, non solo del popolo italiano, ma del mondo intero. E così, tra la miriade di volontari che si sono riversati nel comune di Amatrice, epicentro del sisma, non potevano mancare certo coloro che si sono sempre distinti in queste tristi occasioni. Gli stessi che, allertati fin dal primo giorno, sono stati inviati sul luogo fin dalla settimana successiva al sisma, coordinati dal centro di Prato, unitamente ad altri volontari delle provincie della regione Toscana, quelli della protezione civile ANC di Capannori-Porcari e della sezione Media Valle. Tutti impiegati sul luogo del disastroso evento.

Il contingente, composto da sei volontari che si alternano ogni settimana, fa capo al campo base della protezione civile della regione Toscana con sede mobile nella frazione di Musicchio, dove è allestito uno dei due campi di accoglienza per terremotati, mentre l’altro è situato nella frazione di Cornillo Nuovo. Il servizio di questi volontari è basato sulla vigilanza degli stessi campi a loro assegnati e delle frazioni limitrofe, con lo scopo di rendere sicuri questi luoghi da persone malintenzionate che potrebbero aggirarsi per commettere furti sia negli stessi campi ma, soprattutto, nelle abitazioni dei paesi ormai quasi tutti deserti.

I volontari che hanno già preso parte al servizio hanno raccontato che, oltre a svolgere il loro compito, è molto importante socializzare con la popolazione accampata nella tendopoli perché è visibile il bisogno che questi cittadini hanno di parlare, sfogarsi e raccontare le loro storie. E’ anche un modo per rendergli le giornate più “piacevoli” senza cadere nello sconforto di una vita quotidiana nuova e piena di dubbi sul futuro.

Sempre i volontari dell’ANC, continuando nel loro racconto, hanno riferito della distruzione che si è presentata ai loro occhi ogni volta che si affacciavano all’ingresso di una delle miriadi di frazioni che conta il comune di Amatrice. Pur avendo già fatto parte di altri contingenti d’intervento in altre calamità, infatti, i volontari hanno riferito che questa è stata, per loro, la peggiore esperienza perché mai avevano visto paesi fantasma, mai avevano calpestato macerie per attraversare le frazioni, con le lacrime agli occhi, consci che dalle stesse erano stati recuperati corpi senza vita. Si sono sentiti inermi di fronte alla catastrofe che metro dopo metro si presentava alla loro vista. E hanno finito il racconto dicendo che per loro la più grande soddisfazione è stato il ringraziamento che più volte, i residenti del luogo, hanno espresso nei loro confronti, per il loro lavoro svolto.

di Andrea Cosimini

Fonte: La Gazzetta del Serchio