Più di tremila in corteo contro le mafie

PRATO. In più di tremila: 20 pullman da fuori città, 1.200  pratesi doc. Tutti in marcia contro le mafie e i suoi crimini. Il corte organizzato a livello regionale dall’associazione Libera e da Avviso Pubblico per la XXII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, è partito da piazza del Mercato Nuovo con qualche minuto di ritardo. In testa al lungo serpentone che ha attravresato viale Galilei in direzione del centro storico per arrivare in piazza delle Carceri, i parenti delle vittime della criminalità organizzata: Piera Tramuta, sorella di Calogero uciso da cosa nostra  a 42 anni e Marina Grassi, sorella di LIbero ucciso dalla mafia nel 1991.

A seguire amministratori pubblici (il sindaco Matteo Biffoni, praticamente tutta la giunta, la presidente del consiglio comunale Ilaria Santi, dalla Regione, il presidente del consiglio regionale Eugenio Giani l’assesore Vittorio Bugli, i consiglieri Pd di Prato Nicola Ciolini e Ilaria Bugetti, tutti i sindaci del territorio) poi, gonfaloni, le associazioni che storicamente combattono le organizzazioni criminali, la Rete degli Studenti Medi e l’Unione degli Universitari che come sempre hanno aderito alla manifestazione e gente, tanta gente che durante tutto il percorso ha gridato sloga e suonato.

Pochi minuti dopo l’avvio del corteo, è scattato un allarme bomba: un carrellino per la spesa è stato trovato sul marciapiede di viale Piave all’incrocio con via dell’Arco, poco prima di Piazza San Marco. Sul posto gli agenti della Digos e la polizia municipale. L’allarme è rientrato in pochi minuti, all’interno del carrellino, evidentemente abbandonato, c’erano centinaia di depliant pubblicitari. Sul posto per rendersi conto di persponal, è arrivato anche anche il questore Paolo Rossi.

E’ stato il sindaco Biffoni a dare il senso politico della giornta: “Sono orgoglioso di ospitare una manifestazione così importante a Prato. Contro le organizzzioni criminali è necessario continuare a tenere alta la guardia perchè nessuno, nè al sud nè al nord, si può ritenere immune”.

“Bisogna dire le cose ad alta voce, sempre. Bisogna reagire con fermezza alle minacce, come quelle rivolte in questi giorni a Locri a don Ciotti, il presidente di Libera. Bisogna sempre parlare e mai stare in silenzio, delle mafie e di ciò che fanno, perché altrimenti il rischio è quello di soccombere”. L’assessore alla presidenza e alla legalità della Toscana Vittorio Bugli va dritto al problema, a Prato dove ha partecipato alle iniziative per la Giornata della memoria e dell’impegno, diventata da quest’anno Giornata nazionale in ricordo delle vittime di mafia.

“La Toscana non è terra di mafia, ma la mafia c’è”, ricordava tante volte il magistrato Caponnetto. Ma se i numeri sono assai diversi da quelli della Sicilia, dove i beni sequestrati sono quasi venti volte di più che in Toscana – ha detto Bugli – se in Campania sfiorano i tremila e più numerosi sono anche in Calabria, Puglia, Lombardia e Lazio, i sequestri fatti in Toscana sono una spia della presenza anche qui della mafia”.

 

Fonte: Il Tirreno – Prato